Nel 2019 La Commissione Europea ha emanato il Piano d’Azione per un’economia circolare, il Consiglio dell’Ue ha stabilito che entro il 2030 tutti gli imballaggi di plastica immessi sul mercato dell’Unione dovrebbero essere riutilizzabili o riciclabili dal 2030 e riciclati dal 2035.

Il 22 novembre 2023 l’Europarlamento, in sessione plenaria a Strasburgo, ha adottato con ampia maggioranza – il mandato negoziale sul regolamento sugli imballaggi e sui rifiuti da imballaggio, aprendosi alle richieste dei vari settori interessati e cambiando molto la proposta originaria della Commissione europea e anche la stessa relazione passata in commissione ambiente (Envi) competente.

Sul testo erano stati depositati oltre 525 emendamenti, dunque non stupisce che il testo finale licenziato da Strasburgo sia profondamente diverso.

L’Emiciclo ha confermato con determinazione gli obiettivi generali di riduzione dei rifiuti prodotti dagli imballaggi proposti dalla Commissione: il 5 % entro il 2030, il 10 % entro il 2035 e il 15% entro il 2040.

A questi, l’Aula aggiunge obiettivi specifici di riduzione dei rifiuti per gli imballaggi in plastica : 10 % entro il 2030, 15%  entro il 2035 e 20% entro il 2040. Si è definito di  chiedere il divieto alla vendita di sacchetti di plastica ultra leggeri (inferiori a 15 micron), a meno che non siano necessari per motivi igienici o forniti come imballaggio primario per alimenti sfusi, per aiutare a prevenire lo spreco di cibo.

Cambiato e accolto di “salvare” le buste di plastica per l’insalata:

La proposta iniziale della Commissione, del  30 novembre 2022, insisteva principalmente su quattro le linee di intervento per ridurre i rifiuti: riuso dei contenitori con obiettivi minimi per le aziende; divieto per gli imballaggi considerati “non essenziali” (come le bustine monouso per shampoo degli hotel o quelle in ristoranti e caffè); progettare entro il 2030 tutti gli imballaggi in modo che siano riciclabili al 100 per cento e tassi obbligatori di contenuto riciclato che i produttori dovranno includere nei nuovi imballaggi di plastica.

Se i target generali di riduzione dei rifiuti sono stati salvati, l’Europarlamento, ha ammorbidito la sua  posizione e ha ammessi ancora alcuni formati di imballaggio prima definiti “non essenziali”, come le confezioni monouso degli hotel per i prodotti da bagno e le pellicole termoretraibili per le valigie negli aeroporti.

Allo stesso modo – con soddisfazione italiana – è stato permesso uso e immissione in commercio di imballaggi di plastica monouso usati per i prodotti ortofrutticoli, come le buste di plastica per l’insalata (la Commissione europea in prima battuta proponeva di usare solo buste con contenuto 1,5kg ) .

Sul “riuso “ passano le deroghe

La parte più criticata della normativa, anche da parte italiana , era quella che riguarda il riuso, con obiettivi obbligatori per le aziende.

I politici Italiani si sono riuniti su un’unica posizione, a favore di alcune modifiche inserite nel  regolamento che consentirebbero a tutti i materiali da imballaggio di essere riciclati o riutilizzati, a seconda del Paese dove l’attività di riciclo e riutilizzo è più sviluppata. Per l’Italia – uno dei Paesi più forti sotto il punto di vista del riciclo , ma meno sul riuso – l’argomento è fondamentale. E l’emendamento passato ieri va proprio in questa direzione: si permette l’esenzione alle regole sul riuso ai settori e Stati membri che arrivano almeno all’85%  di raccolta separata per il riciclo negli anni 2026 e 2027.

Diversamente lo Stato membro presenta un piano di attuazione che illustra una strategia con azioni concrete, per attuare quanto richiesto.

L’Emiciclo ha concordato, inoltre, un’esenzione anche sugli obblighi di riuso di una serie di imballaggi, come quelli per la vendita di bevande di vino, vino spumante, prodotti vitivinicoli aromatizzati. Sono previste alcune eccezioni temporanee, ad esempio per gli imballaggi alimentari in legno e cera, come richiesto in un emendamento presentato da Renew Europe per salvare le tipiche confezioni in legno dei formaggi francesi come il camembert.

Ultima indicazione dell’Europarlamento :  i Paesi dell’UE dovranno garantire la raccolta differenziata del 90 % dei materiali contenuti negli imballaggi (plastica, legno, metalli ferrosi, alluminio, vetro, carta e cartone) entro il 2029.

 

Resta da vedere quale sarà la versione finale del regolamento UE, previsto entro il 2024 .

Le nuove norme Ue sugli imballaggi alimentari